La Natura:La frutta con cui produciamo i distillati, se posso la coltivo nella mia azienda agricola, suddivisa in 3 appezzamenti diversi, per un totale di 4 ettari.
La materia prima che da me non cresce bene, la raccolgo altrove. Ho i miei “informatori”, che mi segnalano dove posso trovare la frutta migliore, non trattata, che cresce nel suo ambiente spontaneo. Anche l’acqua non è una qualsiasi: utilizzo quella che sgorga da una sorgente vicina, il Monte Grappa.
La Frutta:È l’ingrediente fondamentale a cui mi sono ispirato per la creazione dei miei distillati. L’esperienza accumulata mi ha insegnato che ogni frutto ha il suo momento ideale per essere colto e lavorato. Pertanto lo si deve lasciare in pianta sino al punto giusto. Questo può variare da frutto a frutto, perché alcuni danno il meglio di sé surmaturi, mentre altri vanno colti in anticipo. Questa frutta non ha pesticidi o anticrittogamici e produce una flora di lieviti indigena: noi facciamo solo fermentazioni spontanee.
La Raccolta:È la prima tappa della mia attività di distillatore.
Sono alla continua ricerca di varietà di frutta diverse, in particolare quella selvatica che non puoi acquistare. Da sempre raccolgo i frutti della mia infanzia. Fanno parte dei miei ricordi anche se spesso sono ignorati, perché costa fatica trovarli e raccoglierli. Devo andarmeli a cercare ed è questo il vero lavoro!
Fortunatamente ho amici che mi aiutano in questa fase, che sacrificano i loro week end per raccogliere le pere selvatiche, il prugnolo gentile, le bacche selvatiche. Per loro è un grande divertimento, per me una certezza.
Le Lavorazioni: Distillato a bagnomaria:La distillazione avviene a bagnomaria con temperature intorno a 103°C, questo gli permette di avere tempi di distillazioni molto lunghi, che conservano meglio gli aromi dei frutti. Il distillato di amarene di montagna è l’esempio di come questa pratica di distillazione possa garantire la totale conservazione degli aromi, restituendo un prodotto originale, caratteristico e del tutto inconfondibile.Con l’utilizzo di particolari macchinari riduco la frutta in purea. Questa procedura, detta frantumazione, cambia a seconda della tipologia di frutta e dal tipo di nocciolo che essa contiene. Se questo è particolarmente amaro, come nelle pesche, è necessario eliminarlo prima della distillazione. Ci sono invece frutti che lasciamo fermentare insieme ai noccioli o con una parte di essi. Questo perché voglio mantenere il più possibile integro il carattere del frutto stesso.
UN MAESTRO INEGUAGLIABILE
Vittorio “Gianni” Capovilla è mondialmente riconosciuto come uno dei migliori, se non il migliore, distillatore del mondo. Meccanico emigrante, poi tecnico in una delle maggiori industrie di materiali per enologia, ha deciso trent’anni fa di destinarsi alla distillazione. Ha un debole: la frutta. Ricerca maniacale ed implacabile di varietà in via di estinzione e di frutta selvatica dalla Romania al Vesuvio, dalla Val Venosta allo Champagne. Tecnica e cuore al servizio della natura, per estrarre la quintessenza, la purezza. Un ricordo gustativo come uno sguardo. Dio li fa e poi li accoppia.
La Filosofia: È un percorso che dura da oltre 30 anni. Girando e parlando con la gente, scopri un sacco di cose. Curiosità e interesse creano dei nuovi percorsi e ti fanno fare un poco di strada in più. Ma il tutto nasce da un’equazione semplice: con gli esperimenti che facevo, avevo capito che più buona era la frutta, migliore era il prodotto finale. Se parto da una materia prima eccezionale, l’unico rischio è quello di rovinarla… io tutto sommato non invento niente.
Il primo vero e grande lavoro è quello di produrmi o andare alla ricerca delle materie prime migliori. La materia prima davanti a tutto, poi viene il resto.
La Storia: La passione per il mondo dei distillati è nata per caso nel ‘74, anno in cui iniziai ad occuparmi di macchinari per l’enologia. Numerosi viaggi all’estero, in particolare Svizzera, Germania e Austria, mi permisero di scoprire il mondo della distillazione che, a differenza di quanto accadeva in Italia, fondava le basi su una cultura completamente diversa.
A quell’epoca nel nostro Paese tutti avevano l’ambizione di distillarsi “qualcosa” in casa, senza avere però le competenze per farlo.Nelle cantine si trovavano solo bellissimi alambicchi che non producevano niente di buono. E’ stato un percorso lungo e faticoso. Chi mi ha incoraggiato sono stati i miei importatori che ho tuttora in altri paesi.
L’Uomo:Mi piacciono le cose belle della vita, le buone amicizie e coltivarle proprio come la buona frutta. Ogni mattina quando mi alzo scopro di avere un futuro, perché ogni giorno, grazie a questo lavoro, ho qualcosa di nuovo da scoprire.
Nel mio percorso ho conosciuto personaggi straordinari, tra cui Luigi Veronelli, che era affezionatissimo ai nostri distillati. Lui mi ripeteva spesso, che le emozioni più grandi dei suoi ultimi 10 anni di vita le ha vissute con i nostri prodotti.
Mi diceva, seduto davanti a 50 assaggi diversi, che ho una grande responsabilità , perché se non faccio io quello che faccio, non lo fa nessuno.